Porta di Lampedusa, Porta d'Europa
Inaugurato il Monumento alla memoria dei migranti morti e dispersi in mare.
- Alternativa Giovani Approfondimenti
28 giugno 2008
Alternativa Giovani, Amani, Arnoldo Mosca Mondadori, in collaborazione con il Comune di Lampedusa e Linosa, sono stati i promotori di un'opera dedicata alla memoria dei migranti che hanno perso la vita in mare: “Porta di Lampedusa – Porta d’Europa” di Mimmo Paladino.
Un monumento di quasi cinque metri di altezza e di tre metri di larghezza, realizzato in ceramica refrattaria e ferro zincato, inaugurato il 28 giugno 2008. La porta si ispira alla drammatica vicenda delle migliaia di migranti che, affrontando incredibili avversità, tentano -troppo spesso invano- di raggiungere l’Europa alla disperata ricerca di un destino migliore.
Il monumento consegna alla memoria delle generazioni future la strage disumana e spesso senza testimoni di migranti deceduti e dispersi in mare. Un simbolo che aiuti a non dimenticare e che inviti, ognuno secondo le proprie credenze religiose o laiche, alla riflessione e alla meditazione su quanto tragicamente sta avvenendo ancora ogni giorno sotto agli occhi di tutti.
Insieme al monumento è stato portato a Lampedusa anche un appello, firmato da più di cento rappresentanti della cultura, dell'arte, delle istituzioni e dell'impresa.
L'Appello
Ogni giorno decine di migranti cercano di raggiungere il territorio del nostro Paese e, attraverso di esso, l’Europa. Ogni anno centinaia di loro muoiono nel corso di questo tentativo. Negli anni, essi sono diventati migliaia e migliaia: 11.098 dal 1988 al ottobre 2007 lungo le frontiere europee, secondo l’Osservatorio sulle vittime dell’immigrazione di Fortress Europe.
E’ una strage senza testimoni, senza denunce e molto spesso senza sepoltura, perché la maggior parte delle vittime perisce in mare e i corpi non vengono recuperati.
Persino nel caso del maggior naufragio di migranti, quello avvenuto la notte di Natale del 1996 al largo delle acque di Porto Palo in Sicilia, nel quale morirono 283 persone, sebbene il relitto sia stato localizzato, nessuno ha voluto assumersi l’onere delle operazioni di recupero. E’ dunque anche una strage senza pietà.
I migranti vengono dal Sud e dall’Est del mondo verso l’Italia. Vengono ad accudire i nostri anziani, a sorvegliare i nostri figli, a pulire le nostre case, a servire alle nostre mense, a lavare i nostri piatti, a raccogliere le nostre immondizie, a mandare avanti le nostre imprese artigianali, le colture e le stalle, gli impianti industriali e i servizi. Portano lavoro, umiltà, energia, un enorme desiderio di riscatto: vengono da noi per migliorarsi.
Portano anche giovinezza e forza vitale alla nostra società senescente, disponibilità alle mansioni che da noi si rifiutano, speranza d’avvenire che a noi si comunica: vengono da noi per salvarci. La strage di migranti ai nostri confini à il prezzo pagato alla nostra impreparazione, incomprensione, indifferenza di fronte a un fenomeno umano di proporzioni epocali.
Per questo pensiamo che un monumento ai migranti possa essere non un risarcimento, ma un riconoscimento dovuto alle sofferenze patite anche per noi.
«Una volta sognai»
Poesia di Alda Merini per Lampedusa
Una splendida poesia dedicata a Lampedusa che Alda Merini scrisse alla vigilia dell’inaugurazione della Porta d’Europa, monumento di Mimmo Paladino che ricorda tutti i migranti che giungono sull’isola dopo interminabili ore di viaggio in mezzi di fortuna con nel cuore la speranza di una nuova vita, e in particolare tutti quelli che non arrivano, inghiottiti dal Mediterraneo. Fu recitata la prima volta proprio durante l’inaugurazione del monumento, a Lampedusa, il 26 giugno 2008.
Una volta sognai
di essere una tartaruga gigante
con scheletro d’avorio
che trascinava bimbi e piccini e alghe
e rifiuti e fiori
e tutti si aggrappavano a me,
sulla mia scorza dura.
Ero una tartaruga che barcollava
sotto il peso dell’amore
molto lenta a capire
e svelta a benedire.
Così, figli miei,
una volta vi hanno buttato nell’acqua
e voi vi siete aggrappati al mio guscio
e io vi ho portati in salvo
perché questa testuggine marina
è la terra
che vi salva
dalla morte dell’acqua.
di Alda Merini
Ancora un ricordo…
Venivano da terre lontane, spinti da un unico bisogno, e con le mani vuote e le tasche piene di spiccioli di sogno hanno affidato al mare le loro pene.
Un' andata senza ritorno di bambini, uomini e donne, creature inconsapevoli di essere giunte dinanzi al proprio destino, di essere d'ora in poi ricordate come i senza volto,
i senza nome.
E quel mare, che aveva il sapore del sogno, è diventato un incubo.
Quel mare, che aveva il colore del cielo li ha ingoiati tingendosi di rosso.
La memoria è il pensiero di qualcosa o di qualcuno che ciascuno porta con sè per sempre.
Anche il ricordo però, per divenire memoria e restare vivo,
ha bisogno di piccoli o grandi segni.
Il portale di Lampedusa, sarà l'album dei ricordi a memoria di tutta quella gente che non ha più nè un volto, nè un nome.
Identità perdute per sempre.
Sostandovi per una preghiera o per un pensiero, o anche solo attraversandolo, come se si varcasse la soglia di una casa, sarà come entrare nella vita di quei bambini,
quegli uomini, quelle donne.
Sfogliando immagine dopo immagine, ciò che di loro è rimasto, poco o quasi niente, ricostruiremo il loro passato, le loro vite, per dare a ciascuna di queste anime, un' unica, grande, vera ,casa, dove poter finalmente trovare un pò di sollievo e di conforto.
Le nostre preghiere, o i nostri pensieri, li accompagneranno " verso l'orizzonte, di là , di là dal ponte", "al di là oltre la realtà" che per alcuni potrà essere il paradiso,
per altri un mondo migliore.
Per tutti quanti noi, invece, sarà un riconoscere e mai dimenticare il loro faticoso passaggio su questa terra.
Francesca Troìa