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Anziani, biblioteche che bruciano

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Il Progetto

Il progetto si contestualizza nel territorio delle Isole Pelagie rappresentato da oltre 6000 abitanti, con particolare riferimento all’isola di Lampedusa, un “fazzoletto” di terra di appena 21 Kmq.
Il nome di questo progetto è stato scelto rifacendosi ad un antico proverbio senegalese che recita: “Un’anziano che muore è una biblioteca che brucia”.
Questa espressione spiega in modo chiaro e semplice il ruolo che riveste e il posto che compete ad una persona anziana. Essere considerato anziano nella cultura africana non significa essere necessariamente un vecchio con una determinata età anagrafica, ne tantomeno un fatto legato ad una soglia di anni vissuti. E’ semplicemente un modo qualitativo di contare i passi sapientemente compiuti da una persona all’interno della sua comunità di appartenenza.

Nel cosiddetto “mondo civilizzato”, invece, per lo più si pensa all’anziano come soggetto che vive nella solitudine e che ha bisogno di essere aiutato perché ha dei problemi da risolvere. Quest’ultima visione, ci ha invece distolto dal considerare l’anziano come una risorsa inesauribile di esperienze, conoscenza e capacità e che, se fortemente rivitalizzato ed aiutato a liberarsi delle proprie potenzialità nascoste, può essere ancora in grado di offrire benefici non solo a se stesso ma anche ad altre persone.

Il progetto vuole, quindi, promuovere una nuova idea di vecchiaia, che veda innanzitutto la partecipazione attiva delle persone anziane, che mobiliti il loro potenziale, e rafforzi allo stesso tempo la solidarietà tra le generazioni.
La proposta progettuale si articola in un percorso in itinere, attraverso il quale sarà esplorato il “mondo degli anziani”, in buona parte sconosciuto e complesso, per recuperare nuove condizioni di vita o costruire sistemi di aiuto capaci di sviluppare un mercato di servizi e di opportunità dimensionate alle esigenze, ma anche alle abilità residue, delle singole persone anziane.

Il Problema

Lampedusa è un mondo a sè. Non vive le problematiche del resto d’Italia ma di quei paesi insulari e non, che per qualche motivo si trovano a dover vivere il disagio del difficile accesso anche soltanto agli strumenti e ai mezzi necessari per risolvere delle questioni sociali.
Quello che nel resto del territorio statale è sentito come un problema; ad esempio l’incremento dei costi, a Lampedusa diviene un grosso problema; i costi lievitano ulteriormente a causa dell’incidenza dei trasporti. Se in Italia l’accesso all’assistenza sanitaria è di per sè complesso per le lunghe code di attesa che spingono molti a rivolgersi a pagamento a degli specialisti, a Lampedusa si aggiunge la distanza geografica delle strutture, il costo degli spostamenti che incide notevolmente e unicamente sul cittadino.
Ma a Lampedusa gli anziani che vivono in una situazione di solitudine o che presentano difficoltà relazionali non sempre hanno bisogno di prestazioni di tipo professionale per risolvere i loro problemi. Hanno spesso bisogno, invece, di interventi o di sostegni capaci di migliorare la propria rete sociale o di incidere, in modo efficace, sulle necessità legate ad una buona gestione o conduzione della propria quotidianità (aiuti domestici, compagnia, tempo libero e socializzazione). Questi bisogni relativi al semplice agire quotidiano, se ben supportati da un’adeguata offerta di aiuti da parte del mondo del volontariato o da parte di altre risorse presenti nella comunità (ad esempio i giovani), possono prevenire la solitudine, le difficoltà relazionali e la progressiva mancanza di autosufficienza ed autonomia, e nel contempo favorire uno scambio intergenerazionale con i giovani.

Obiettivo generale

“Anziani, biblioteche che bruciano” vuole cambiare il modo di intendere e percepire la vecchiaia, facendo si che gli anziani non siano più considerati soggetti privi di interessi, di ambizioni, soggetti passivi che bruciano risorse a scapito dei giovani e dell’interesse generale. Contestualmente si interverrà per mantenere sufficientemente forte ed inalterato l’ecosistema della persona. Agendo con azioni positive sugli aspetti motivazionali e di autostima delle persone anziane si può produrre un cambiamento in grado, molto concretamente, di mantenere o migliorare le loro condizioni di vita, il benessere relazionale, la salute, la loro dignità di cittadini.
Bisogna quindi rendere attive tutte quelle persone anziane che possono o devono poter far fronte ancora con autonomia, autosufficienza e serenità al proprio vivere quotidiano.
Tra gli obiettivi del progetto vi è anche quello di fornire alle nuove generazioni gli strumenti idonei per acquisire la ricchezza delle esperienze di vita degli anziani fornendo in cambio assistenza idonea alla rivalutazione delle potenzialità dei nonni isolani.
Si intende, in questo modo fornire contesti, mezzi e dinamiche sociali e comportamentali attualmente inesistenti sul territorio, consentendo quindi di migliorare progressivamente la qualità di vita degli anziani, alimentando altresì le possibilità di scambio intergenerazionale tra i giovani.